CON/SEQUENZE: OMAGGIO CIRCENSE A LUCIANO A BERIO A 100 ANNI DALLA NASCITA

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A 100 dalla nascita di Luciano Berio, il progetto Con/sequenze, realizzato grazie al sostegno di Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, intende proporre al pubblico internazionale un inedito incontro con l’opera del Maestro, attraverso una creazione scenica ispirata dalla sua eredità artistica

che incrocia musica e circo contemporaneo, entrando di volta in volta in contatto con le comunità locali della città in cui il progetto viene allestito. 

Attivando un dispositivo di creazione site specific e partecipativo, il progetto evoca in modo semplice e coinvolgente (con un formato breve e un allestimento adattabile) la figura artistica di Luciano Berio, ispirandosi alle sue tecniche di scrittura musicale e scenica più giocose e sperimentali, vicine allo spirito del linguaggio circense.

In scena con il pubblico, parte integrante della creazione, ci sono 4 performer e una musicista, impegnati in numeri circensi e evoluzioni musicali: al termine di un laboratorio di creazione di alcuni giorni, dedicato alla scoperta della figura artistica di Luciano Berio e alla composizione della performance stessa (a partire da un impianto coreutico e musicale strutturato ma dinamico), gli artisti intrecciano le loro pratiche creando una partitura fisica e sonora originale, che cambia in ogni luogo, nutrendosi di suoni e movimenti delle diverse città visitate e degli incontri di volta in volta attivati.

Per diventare al contempo creatore e spettatore dello spettacolo, il pubblico utilizza uno speciale oggetto scenico ideato e realizzato da Giacomo Costantini, denominato veroscopio che, calzato sulla testa di ciascuno, permette di immergersi nello spettacolo, creando una dimensione percettiva intima e pervasiva. Quella che all’inizio sembrerà essere una semplice scatola di cartone con una fessura per la vista, si rivelerà poi un sofisticato dispositivo tecnologico capace di riprodurre suoni diversi, e non solo. In questo modo ogni spettatore vivrà un’esperienza unica e irripetibile, diventando partecipante attivo della performance. 

Con/sequenze è un tributo alla poetica della complessità, dell’incompiuto, della trasformazione. - Giacomo Costantini

CON/SEQUENZE

Omaggio circense a Luciano Berio

progetto internazionale di creazione tra musica e circo contemporaneo, ispirato all’opera di Luciano Berio, in occasione dei 100 anni dalla sua nascita

drammaturgia e regia Giacomo Costantini

musiche originali liberamente ispirate all’opera di Luciano Berio composte da Valeria Sturba

in scena Giacomo Costantini, Valeria Sturba (IT) 

con i partecipanti dei laboratori di creazione di Rabat (MA), Obârșia (Petriș, Arad - RO), Rio De Janeiro (BR)

assistente alla regia e tecnica di palco Marta Gianelli

responsabile di produzione Maria Giulia Guiducci

realizzato da Teatro Necessario Circo - Centro Nazionale di Produzione di Circo Contemporaneo con WeStart - Centro Nazionale di Produzione di Musica

con il sostegno e il contributo di Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

in collaborazione con ATER Fondazione

grafica Alessandra Formato

Note di regia - Comporre una performance che omaggi Luciano Berio porta ad altezze vertiginose, anche per un circense. Di fronte alla straordinaria complessità del suo operato, non ho potuto far altro che limitarmi ad un frammento, consapevole solo in parte dell’universo da cui proviene. Forse è stata proprio questa consapevolezza a farmi tornare a ragionare su una delle questioni più antiche e affascinanti del pensiero umano: la relazione tra la parte e il tutto. Il tema è certamente beriano ma rischia di essere un terreno scivoloso per le acrobazie, i funambolismi e le giocolerie di noi circensi. Per fortuna avevo già in mente un’idea che ho trasformato in un’invenzione: il veroscopio, un dispositivo scenico, simbolico e artigianale, che immerge fisicamente lo spettatore in una dimensione di visione intima e selettiva. Il veroscopio costringe a scegliere dove posare lo sguardo, frammenta la visione, fa perdere l’insieme. Ogni volta che ci si sofferma su qualcosa, si perde tutti il resto: il veroscopio dunque è un oggetto di natura filosofica, ma estremamente concreto, che obbliga a riconsiderare la natura di ciò che si crede di vedere e di sentire. Non è una semplice fessura attraverso cui guardare il mondo, ma una soglia, un’interfaccia tra la visione e l’ascolto. Accanto a me in scena ci sarà Valeria Sturba, musicista e performer straordinaria, poliedrica, capace di muoversi con naturalezza tra voce, violino, theremin e giocattoli sonori. In lei risiede la vera spinta drammaturgica dello spettacolo: la sua musica ci guiderà e ci farà perdere, non sarà mai solo un accompagnamento o un sottofondo. In Con/sequenze il pubblico non troverà una linea narrativa ma scoprirà una partitura scenica composta da diversi strati, da rimandi sonori, da interferenze circensi. Ogni spettatore, indossando il proprio veroscopio, costruirà la sua traiettoria; nessuna visione sarà dunque uguale a un’altra.  Lo spettacolo è dunque un invito ad ascoltare, a destrutturare il pensiero e la visione, a farsi disorientare da accostamenti audaci. Con/sequenze è un tributo alla poetica della complessità, dell’incompiuto, della trasformazione. - Giacomo Costantini

Note di composizione - Quando mi sono imbattuta nella musica di Luciano Berio, mi sono innamorata al primo ascolto. Lavorare su composizioni originali per un progetto circense a lui ispirato, è stato quindi per me molto stimolante, interessante ed anche divertente. Prendendo ispirazione da diverse opere (dalle Folk Songs alle Sequenze, alla musica da camera, con suggestioni tratte anche da composizioni come Visage o la Stripsody di Cathy Berberian) ho composto e selezionato i brani dello spettacolo, con un set composto da violino, theremin, voce, giocattoli, effetti e loop station. Giacomo Costantini è anche un musicista e saremo in scena come un vero e proprio duo. Insieme abbiamo sperimentato su interazioni timbriche, come theremin e glassarmonica, boleadoras e violino; ci siamo poi concentrati molto anche sulla scomposizione e sulla destrutturazione della parola. Ad esempio nel mio brano Shake my brain, la parola acquista senso non attraverso il suo significato ma grazie al timbro, al suono e si mescola con altri suoni concreti di oggetti e giocattoli. In altri momenti dello spettacolo compaiono richiami a canti antichi e popolari, in altri ancora improvvisazioni in chiave contemporanea (con un canovaccio o una partitura grafica). Un’altra parte fondamentale della creazione è stata registrare le musiche per i dispositivi scenici (i veroscopi): suoni, brani, rumori si mescoleranno, interagiranno, si frammenteranno o completeranno le musiche eseguite dal vivo. - Valeria Sturba